WestWorld, serie televisiva arrivata alla terza stagione, nel primo episodio della stagione appena in onda sul network televisivo SKY, ci riserva una sorpresa. A metà circa dell’episodio, la protagonista Dolores parlando con un umano, lei non lo è, accenna ad una particolare zona del nostro cervello: il Nucleus Accumbens.

Mai sentito prima, ho fermato immediatamente la visione e ho cominciato a ricercare la parola e dopo innumerevoli pagine trovate, ne sono rimasto affascinato.

Di una cosa tutta la comunità scientifica medica è concorde: non sappiamo pressoché nulla del cervello.

Eppure è il motore della maggior parte delle nostre azioni-reazioni, un vero centro di controllo.

Ecco che, approfondendo pagina dopo pagina l’argomento, ho scoperto che la ricerca scientifica su questa parte del nostro cervello è molto attiva. Il motivo di tanta attenzione da parte della comunità scientifica, risiede nella grande responsabilità di questa parte del cervello nelle cause di dipendenza.

Il Nucleus Accumbens

Nella serie televisiva, la protagonista Dolores accenna alla struttura cerebrale in merito alla necessità di una religione per soddisfare i “bisogni empatici”. Analizzando i vari siti divulgativi, in primis wikipedia, alla parola troviamo quanto segue:
“Il nucleus accumbens (NAc o NAcc), anche conosciuto come nucleus accumbens septi (dal latino «nucleo adiacente al setto»), è una regione del prosencefalo basale, rostrale all’area preottica dell’ipotalamo. Il nucleus accumbens e il tubercolo olfattivo collettivamente formano lo striato ventrale che è parte dei nuclei della base. È una struttura presente ad ambo i lati del telencefalo ed è situato tra la testa del nucleo caudato e la porzione anteriore del putamen; è unito medialmente al septum pellucidum. Nel suo insieme il Nucleus Accumbens gioca un ruolo importante nei processi cognitivi dell’avversione, motivazione, ricompensa e molteplici meccanismi di rinforzo dell’azione. Si pensa che giochi un ruolo importante nei meccanismi di rinforzo, nella risata, nella dipendenza, nell’elaborazione delle sensazioni di piacere e paura oltre che all’insorgere dell’effetto placebo”

Ma è approfondendo che scopriamo i meccanismi che questa struttura regola. l’elemento dominante è la DOPAMINA, sostanza stupefacente auto-prodotta dal nostro organismo, assimilabile a anfetamine e cocaina, che inducono l’individuo a riprodurre le situazioni che hanno determinato il rilascio della sostanza.

Ecco che chi come me si occupa di Digital Marketing, trova in questa struttura molte risposte che spesso portano al successo di una campagna o il suo esatto contrario.

L’effetto ricompensa non è certo una novità. Viene utilizzato per ammaestrare gli animali domestici a eseguire determinate azioni su comando dell’uomo. La responsabilità di questa possibilità è da imputare a questa struttura, che a quanto pare è presente in tutti gli esseri viventi della terra.

La novità è che tale effetto si ha anche per la non ricompensa. Esatto, la struttura celebrale si comporta nello stesso modo sia che venga attivata da elementi di ricompensa che da elementi di non ricompensa. L’umano riceve gli stessi stimoli dopaminici, sia nella felicità che nel dolore. Il che porta a pensare che l’auto-afflizione, ad esempio, dia gli stessi effetti psicotici di una attività sessuale.

In questo articolo la Dott.sa Viviana Chinello spiega con dovizia di particolari la funzione di questa struttura, che a differenza di molte altre parti del cervello risiede contemporaneamente in entrambi i lobi temporali. E’ da tutte le due parti del cervello. Pur essendo piccola, è grandissima. E già questo sarebbe di per se interessante. Un enorme, immenso reticolo neuronale, per gestire le nostre emozioni.

Nella comunicazione verbale- visiva è necessario attivare questa struttura per portare l’utente alla call to action, ad affezionarsi ad un prodotto piuttosto che ad un brand, amare un artista piuttosto che un atleta, tutto dipende da questa struttura, che rilascia le sostanze che determinano la reazione dell’uomo.

Niente di nuovo, quindi, già si sapeva. Ma in realtà non è così semplice. Fino ad oggi abbiamo studiato gli effetti, ma riuscire a capire le cause porterebbe un enorme vantaggio competitivo nel campo della comunicazione. E in questo ci possono essere utili gli studi che via via si stanno facendo sempre più concreti in campo scientifico.

Analizziamo la situazione attuale: se ad esempio volessi cambiare le abitudini umane fino ad oggi considerate normali, come dovrei agire? Tramite l’attivazione della nucleus accumbens. Ma utilizzando la paura. In questo caso la malattia, il numero crescente di morti. Fino a dove potrebbe spingere la paura a far accettare la privazione della libertà personale? Fino a ridurla al minimo indispensabile al normale sostentamento del tessuto limbico. E la struttura celebrale permetterebbe una sorta di ricompensa per la privazione subita.

Per adesso mi fermo qui, ma conto di approfondire ulteriormente l’argomento che trovo, a mio parere, interessante per chi come me, voglia occuparsi di comunicazione digitale.